Mostra di stendardi Laos e Vietnam

Dall' 8 al 24 Dicembre 2013 dalle 10 alle 18

 




TESSUTI  CERIMONIALI  LAO-TAI

 

Il contesto

I gruppi Lao-Tai che vivono nell’area nord-est del Laos, benché diversi tra loro sotto molti aspetti, hanno elaborato nel tempo una cultura di straordinaria omogeneità , nonostante abitino un’area geografica interessata da molte migrazioni interne, che hanno richiesto una faticosa integrazione o convivenza tra culture differenti.

Questi gruppi hanno nel tempo elaborato un sistema di leggi, di tradizioni, di simboli, di credenze, di gusti e di modi di vivere piuttosto omogenei,  che costituiscono un vero e proprio stile di vita comune, chiamato muang, una sorta di regola condivisa non scritta, che privilegia e incoraggia la cooperazione, la coabitazione pacifica, il rispetto per le culture diverse e per i differenti clans.

La cultura religiosa di questi gruppi affonda le proprie radici in periodi storici precedenti all’arrivo del buddismo, mantenendo vivo e attuale un ricco ed articolato substrato di cultura sciamanica, che regola e scandisce la vita collettiva e individuale.

Lo sciamanesimo Lao-Tai si è in parte integrato e fuso con il buddismo, ma conserva appieno ampie aree di autonomia e di originalità, costituendo una forte base culturale unificante (il muang) di queste diverse popolazioni.

La fede sciamanica regola molti momenti importanti della vita collettiva e individuale, con cerimonie e riti importanti, che spaziano lungo l’arco dell’intera vita umana, dalla nascita alla morte, costituendo momenti fondamentali di  identità collettiva e di riconoscimento dei ruoli individuali.

Uno dei presupposti fondamentali dello sciamanesimo è la credenza che gli spiriti degli antenati, uniti agli spiriti di tutti gli esseri animati e inanimati, popolano la realtà e la vita dell’uomo, influenzandole con un loro costante intervento.

In particolar  modo si venerano gli antenati  in tutte le diverse culture dell’area, perché si crede che possano avere influssi benefici e generosi, oppure malvagi e negativi sulle vicende personali e della comunità.

 Possiamo quindi annoverare un grande numero di spiriti che influenzano la nostra vita e che, se pensano di essere stati dimenticati,  possono causare innumerevoli disgrazie al singolo o alla comunità.

Per questo motivo, in occasione di problemi insorti nella vita individuale o di comunità oppure in occasione di sogni particolari o di momenti rituali, i Lao-Tai ricorrono all’intervento dello sciamano, che è capace di entrare in trance e dialogare con gli spiriti e il mondo ultraterreno,  per calmarne l’ira ed ottenerne l’aiuto e la benevolenza.

I Lao-Tai credono inoltre che il nostro corpo abbia una sua unità fisico-spirituale che prevede la presenza di un’anima chiamata khawan, portatrice della linfa vitale e dell’energia, che per vari motivi può staccarsi dal corpo e farlo ammalare.

Lo sciamano viene chiamato in queste occasioni per riportare il khawan nel corpo del fedele ammalato o in difficoltà.

Quando una persona muore, la famiglia chiama lo sciamano, il quale compie speciali cerimonie per entrare in trance e pregare il khawan del defunto di suddividersi in tre ombre differenti: 

-          una prima parte (khawan kok) è invitata ad andare nel mondo ultraterreno

-          una seconda parte (khawan pai) a trasferirsi nell’altare della famiglia

-          una terza parte (khawan ngao) a rimanere nel cimitero.

 L’ombra khawan pai del defunto ha un ruolo importantissimo per la famiglia, persino per i figli che lasciano la casa paterna per creare un loro nucleo famigliare.

Gli spiriti in generale vengono denominati phii in lingua Lao-Tai.  A questo termine viene accostato un secondo termine per definire in modo preciso ogni tipo di spirito, come phii naa per lo spirito che protegge i campi di riso, phii khong khao per quello che protegge le messi, phii naen per uno spirito femminile che protegge le foreste, i fiumi e gli alberi, phii taeng luang per lo spirito del cielo.

Le cerimonie in cui lo sciamano è chiamato a dialogare con gli spiriti sono numerose e complesse, vengono officiate nei momenti più importanti della vita e in particolari casi in cui è intervenuto uno squilibrio nella vita individuale o del gruppo.

Ci sono quindi diverse tipologie di cerimonie:  quelle di benedizione e protezione nei riti di passaggio nella vita, le cerimonie per restituire salute fisica o mentale, le cerimonie di consultazione degli spiriti per la soluzione di complessi problemi o di situazioni pericolose, le cerimonie di propiziazione,  le cerimonie funebri.

I tessuti cerimoniali

Ogni cerimonia o rito prevede il fondamentale  impiego di speciali tessili, appositamente tessuti, preparati e decorati dalle donne della famiglia per ogni occasione, differenziati per tipo di materiale usato, forme e tipi di decoro in funzione del rito di destinazione.

Questi tessuti, a differenza di quelli occidentali, non svolgono solo una funzione meramente decorativa o evocativa, ma hanno un ruolo specifico nel rito e nella credenza dei Lao-Tai, svolgendo un ruolo fondamentale di richiamo rituale e simbolico per la comunità e per i phii, costituendo una sorta di messaggio non verbale destinato a tutti.

Ci sono così tessuti destinati all’abbigliamento dei partecipanti al rito, differenziati per uomini e donne, per ruolo sociale o ruolo religioso, oltre che per tipologia di rito.

Ci sono poi tessuti destinati all’ambiente in cui il rito avviene, speciali drappi tessuti con fogge e decorazioni specifiche, che normalmente vengono appesi alle spalle degli officianti oppure usati come seduta per le persone presenti.

Ci sono infine dei drappi molto speciali, che svolgono un ruolo profondamente religioso e sacrale, destinati a cerimonie fondamentali nei riti di passaggio della vita della persona.  Si tratta di drappi che vengono preparati, tessuti e decorati secondo precise modalità e tempi definiti, appositamente per ciascun tipo di cerimonia, esclusivamente da persone con determinati ruoli sociali e con specifici e codificati legami di parentela.

Oltre ad elaborati drappi usati come sciarpe copricapo o copri spalle per lo sciamano, i tessuti rituali sciamanici più importanti sono denominati  phaa koei.

Questi drappi sono delle strisce di stoffa particolarmente lunghe e dagli elaborati decori, destinate ad indicare ai phii il percorso fisico e spirituale da seguire durante i riti, accompagandoli simbolicamente nel corso delle cerimonie famigliari, in particolare quelle funerarie.

L’indicazione ai phii del percorso da compiere è molto importante perché, se non lo seguissero e fossero liberati da vincoli precisi, gli spiriti potrebbero diventare pericolosi e portare importanti disequilibri e caos nella realtà circostante, con gravi danni per la comunità e i singoli.

I phaa koei

I Lao-Tai e in particolare i Tai Daeng tessono speciali drappi per le cerimonie, sotto forma di lunghe strisce di stoffa, decorata con una ricchissima varietà di disegni e di simboli sacri necessari per indicare il corretto percorso ai phii intervenuti nel rito.

Per le cerimonie funerarie queste strisce vengono stese sul pavimento di casa, dal letto dove è deposto il defunto fin’oltre la porta di uscita della sua abitazione, come se fosse una sorta di  sentiero sacro che indica il percorso alle due anime khawan khok e khawan ngao verso la loro destinazione, cioè rispettivamente il cielo e il cimitero.

Altre strisce simili vengono appese ad appositi pali cerimoniali posti in prossimità della casa o nel cimitero, sempre per indicare alle anime il loro percorso corretto.

Sulla cima dei pali viene posta una scultura in legno raffigurante un corvo, che simbolicamente trasporterà l’anima in cielo.

Queste strisce appese servono inoltre ad avvisare il passante che un’anima di defunto sta andando nel mondo ultraterreno e non bisogna distrarla, perché potrebbe causare malattia e seri guai, sia al passante che dovesse incautamente entrare nell’area cimiteriale, sia a tutto il villaggio. In particolare è vietato l’ingresso nel cimitero alle donne e ai bambini.

Nel passato spesso le strisce erano lasciate sui pali fino al loro completo disfacimento.   

In tempi recenti e al giorno d’oggi, a causa del loro costo elevato, si tende ad esporle per i giorni strettamente necessari (al massimo 9 giorni) e poi riutilizzarle per i futuri funerali di altri componenti della famiglia.

Il numero delle strisce e la ricchezza dei loro decori svolgono anche la funzione di collocare la famiglia in una scala sociale di valore basata sulla ricchezza familiare, ma soprattutto sull’abilità e la competenza delle donne di famiglia nel produrre questi manufatti sacri.

Tecniche di tessitura

Il drappo viene tessuto solitamente usando ordito e trama di cotone filato a mano e seta filata a mano per le decorazioni effettuate in trama supplementare discontinua.

A volte l’intero drappo è tessuto in seta filata a mano, ma viene spesso privilegiato il cotone perché più resistente;  infatti una struttura di sola seta potrebbe danneggiarsi a causa del peso complessivo della striscia, che può diventare notevole in funzione della lunghezza.

Le strisce di stoffa sono larghe mediamente tra i 35 e i 50 cm a causa del vincolo posto dalla larghezza dei telai famigliari usati in questa area, che raramente supera i 50 cm.

La lunghezza può variare molto in funzione della ricchezza della famiglia e della abilità della tessitrice. Comunque non è quasi mai inferiore ai 5 metri e spesso può raggiungere i 7 o 8 metri (raramente oltre).

Le ricche e complesse decorazioni sono ottenute con la tecnica della trama supplementare discontinua, usando seta filata a mano e tinta con colori vegetali.

Le decorazioni prevalenti raffigurano :

          simboli geometrici astratti, con precisi significati sacri, quali losanghe, ganci, spirali, barre, svastiche, nodi senza fine, diamanti, ecc, tutti comunque fortemente impregnati di significati magici molto forti

          figure di astri e corpi celesti, come il sole, la luna, le stelle, le nuvole, che fanno parte del cielo al quale è destinata l’anima

          Nel terzo caso figure di piante rampicanti, di alberi, di uccelli, farfalle, scimmie e altri spiriti chiamati phii nyak (figure di naga con testa umana), comunque di esseri che richiamano l’immagine della salita verso l’alto e simbolizzano quindi il passaggio dalla terra verso il cielo.

Questo tipo di tessuto sta ormai diventando sempre più raro anche nei villaggi interni dell’area a causa sia dell’alto costo di produzione, sia delle specifiche competenze che le tessitrici devono avere per poterlo produrlo, competenze sia tecniche che culturali, che stanno ormai  rarefacendosi nel corso degli anni e delle generazioni.

Testo di Bruno Gentili